Archivi per il mese di: gennaio, 2017

Leggo post sul non arrendersi mai, e penso: io cosa faccio? In genere lotto, porto avanti con forza le mie battaglie e le mie idee, ma non sono irrazionale. Se vedo che si é raggiunto un limite estremo,che il perseguire non porta a nulla, mollo. Mi é successo con le amicizie, coltivate oltre ogni evidenza, incassando bugie, cattiverie, comportamenti negativi, ma per fortuna il mio cervello mi ha fermata,anche quando il cuore non ne voleva sapere. E non discuto: chiudo e basta. Questo é un mio grande difetto, dovrei forse cercare piú spiegazioni, piú dialogo,ma se il mio sesto senso mi avverte, é giá troppo tardi per discutere. La stessa cosa in famiglia, e non ne vado fiera, visto che da questo mio mollare é scaturito il mio piú grande e personale fallimento. Peró mi chiedo: e le controparti, cosa hanno fatto? Semplicemente hanno mollato anche loro, senza piú cercare un confronto, un dialogo.  E mi assolvo immediatamente del mio operare, sono peccatrice a metá, arresa a metâ.

I soliti Ficarra e Picone, non scontati, divertenti ed amari, fanno un film piacevole, che fa riflettere. Un sunto delle peggio cose di casa nostra, con la benedizione finale. Inchiodano i politici, il clero,la forza pubblica, e tutto il popolino becero che si fa i comodacci propri. Fotografia eccellente con vedute di Termini Imerese da levare il fiato. Film buono,

Le grandi metropoli offrono ogni sorta di cose, passeggiando per le vie del centro, ti gira la testa. Cosï, se per esempio ,vuoi comprare dei vestiti, hai un’offerta incredibile di scelta. Spesso le commesse hanno una percentuale sul venduto, quindi ti rifilano qualsiasi cosa. In provincia, invece, le offerte sono selezionate: dalla massa di merce, ogni negoziante sceglie in base alla propria clientela. Per esempio, io vado nello stesso negozio di abbigliamento da quando avevo 14 anni, e mia mamma era giá cliente. Ci vado a colpo sicuro, so che troveró il capo adatto a me, conosco titolari e commesse e loro sanno i miei gusti. Tirano fuori capi che sanno potrei gradire, non mi propongono tanto per vendere, vogliono che io sia soddisfatta. In provincia si fidelizza il cliente, in cittâ no.  Cosí dal gommista, dal salumiere, dal fioraio(” niente gerbere e gladioli, vero?”), dal calzolaio, dal panettiere. Questo é il mondo che mi piace, dove sei amico e non solo cliente.

Bellissima festa. La Prof. l’ha voluta tenacemente, si é impegnata, l’ha realizzata. Poteva essere un flop, invece é stata un’occasione per stare tutti insieme. Tutti riuniti, un po’ sotto nostra palese minaccia, molti spontaneamente, e il pomeriggio é volato. Il buffet é stato spazzolato in poco tempo, la cantoria si é fatta onore, la chiesa era degna dell’occasione. E uno pensa: ora si rilasseranno queste due! Invece…é stata presentata e accolta con entusiasmo l’iniziativa della Madonna Pellegrina, abbiamo giá il contatto con la banda per chiudere il mese di maggio, abbiamo gettato il seme per organizzare ogni mese un aperitivo paesano rustico e simpatico ,e poi…meno male che si son fatte le 19, e dovevano tutti preparare cena….

ignorarei·gno·rà·re/

transitivo

1.

Non conoscere, non sapere, essere all’oscuro di qualcosa: i. le cause di un fatto; + che e cong. o + di e inf., o con prop. interr. indir.

“ignoravo che tu fossi tornato”

2.

Fingere di non conoscere, dimostrare indifferenza o disinteresse verso qualcuno.

“se lo incontri, ignoralo”

riflessivo reciproco

1.

Far finta reciprocamente di non conoscersi.

Ecco,stanotte, mentre non dormivo,e mi capita raramente, mi é venuto questo pensiero. Sarebbe stato meglio ignorare che oltre al terremoto c’era stata anche una valanga, che i dispersi erano troppi, che le condizioni meteo erano pessime, che si aggiungeva sofferenza a sofferenza. Avrei dormito, invece avevo occhi spalancati , cervallo turbinante, cuore in sofferenza. Non riesco a togliermi dagli occhi questo tragico avvenimento, di conseguenza non dormo, di conseguenza era meglio averlo ignorato. 

Cosí per molte cose della vita, anche per le persone. Se ignori la loro esistenza, la loro cattiveria e meschinitā, le loro azioni malevole, vivi piú sereno. Dobbiamo passare gran parte della vita a difenderci da tutto quello che conosciamo di cattivo? Pare di sí. Ma io mi ribello: per quest’anno voglio ignorare, cambiare canale tv se le notizie mi mettono tristezza, girare i tacchi davanti a persone false, insomma voglio essere una ignorantona, maiuscola.

Orrendo,stupido,senza senso. Restate a casa, meglio vedere il boss delle cerimonie,piuttosto. Non spreco altre parole.

Oggi compio 60 anni. Sono tanti,tantissimi. Me li sento sulle spalle,nelle ossa,nel rallentamento naturale delle mie capacitá. Mia mamma sosteneva che a 60 anni bisognava morire,per legge: cosí non si era un problema per se stessi e per la societá. Lei é morta a 68 , e non so se lo pensava ancora davvero.  Da una parte mi piango un po’ addosso per consolarmi, poi peró…caspita! Ma io sto bene, quest’anno ho combattuto per la mia salute, ho seppellito molti amici, ho visto nascere splendidi bambini, le mie amiche diventare nonne, ho scoperto di essere circondata d’amore. E poi ho un cervello ancora in gran parte funzionante, ho progetti in continuo divenire, molteplici attivitå, energia sufficiente per muovermi,imparare, aiutare, divertirmi, sgobbare. Avró pure 60 anni, ma non mollo un cazzo.

Mai come oggi ,il giorno piú tremendo. Se ne é andato Giuseppe, vicino di casa molto riservato, una presenza discreta che ora non c’é piú. Soffriva da tempo, ultima volta era venuto al paesello in occasione di S. Ambrogio, la sua meneghinitá era caratteristica distintiva. Amava andare a caccia, fino allo scorso anno,quando, giá malatissimo, a tutti i costi aveva partecipato alla caccia al cinghiale. Era rimasto stremato dalla battuta e cosï, di colpo, aveva appeso il fucile al chiodo. La sua famiglia lo ha supportato e circondato d’amore fino all’ultimo.

Zio Franco, che per me era molto di piú, ha scelto oggi come suo ultimo giorno. É colui che mi ha fatto scoprire la bellezza e la grandezza del cuore di mia nonna e di mia mamma. Colui che é entrato in sintonia con mio papá, attraverso la musica e le terribili sigarette, colui che parlava a proposito, che con ironia ti regalava pietre miliari di pensiero. Colto, straordinariamente intelligente, eccellente chef, giusto nell’animo, innamorato della vita e della sua famiglia, mi sará sempre nel cuore.

Unisce questo due persone il grandissimo amore che hanno dispensato e suscisato. Una sottile trama di amicizia,stima, benevolenza che si é intrecciata con la mia vita.E sto piangendo come una fontana, nel dare addio ad un pezzo della mia storia personale e ad un tempo molto felice.

Avventura su avventura. Io e prof, Ninuzza e Paola,partiamo per Montecarlo,annuale visita agli addobbi spettacolari di Natale. Giá partiamo in affanno: prof deve portare il marito a fare le analisi,arriva appena in tempo per partire ad un’ora decente. Passiamo a caricare Paola, e a farle lasciare a casa il suo fardello di dolore. Parola d’ordine: solo risate. Autogrill:” ragazze,mettiamoci avanti. Fate pipí e,mangiate qualcosetta..” Ma no…figuriamoci,teniamo fin lá. Non sará cosí,complice il freddo e il calo di zuccheri. Giro farlocco per arrivare alla Rocca, mille foto, Duomo e tombe dei reali e subito a pranzo, la fame é tanta. Stranamente prof non perde il dente, nonostante la croccantezza del panino. In compenso non si riesce ad aver accesso al bagno,se non dopo 1 ora!  Al Casinò non giochiamo,troppo tirate con il budget, peró ci facciamo un the al Freemont, fra lo stupore dei camerieri,che vorrebbero cacciarci via…i saldi al Metropole non sono alla nostra portata, peró é un bel vedere. Cazzeggiamo ancora un po’ e alle 17,30 ripartiamo, indecise se cenare a Varazze o a Vercelli…la prof:” anche Venezia inizia per V..perché non tiri dritto?”  E questa idea inizia a prendere quota, ma un terribile incidente a Genova ci mette di malumore e allora puntiamo a casa. Cenetta nella pizzeria di fiducia, telefonate a casa ai parenti,tutto normale. E invece no! Davanti casa di Paola,sento l’auto che sbanda..lei scende e a momenti resta stesa in terra: tutto ghiacciato! Ci avviamo al paesello, in seconda,piano piano…iniziamo la salita,si scivola ma riusciamo a salire, fino a quando mi trovo 2 auto ferme davanti. Mi fermo anche io e l’auto,inesorabilmente scivola di traverso verso il burrone. Prof, come don Chisciotte, prende il comando: tutti a terra! Se l’auto precipita, lo faccia senza di noi. Fuori -8, Nina senza guanti e con stivaletti Pittarello, mette il paio di calze di scorta, di colore turchese, sopra gli stvali,come fossero ghette. Prof agitatissima. Non riescono a stare in piedi. Io telefono a maritino,abbastanza seccato, poi esco dall’auto con numerose contorsioni. Decidiamo di andare nel fosso,unico posto dove non si scivola. Partono telefonate all’Aci,ai pompieri,ai Vigili: tutti ci dicono di non poter intervenire e abbandonare il mezzo. Ci riuniamo con gli occupanti delle altre auto e facciamo un consulto. Arrivano 2 ragazzi rimasti fermi piú sotto e mio marito e il padre di un guidatore. Si decide che i ragazzi,che si faranno recuperare da Trino, chiuderanno l’accesso alla strada dalla pianura e noi risaliremo a piedi a chiuderemo la strada dal paese. In fila indiana, al buio, nel fosso risaliamo tra imprecazioni,risate, scivolate, smadonnamento: una vera avventura. Fortuna che non incontriamo cinghiali! Entro in casa a mezzanotte, congelata. Mando un wa al Sindaco, che non si era fatto trovare, per avvisarlo delle auto ferme sulla strada, e mi metto a letto. Due battute con maritino,che ora é cordiale e l’ha presa sul ridere e non dormo tutta la notte. Stamattina siamo riusciti a recuperare l’auto alle 10, ma la fantastica giornata non potró piú dimenticarla!

Guai a viaggiare noi due sole. Accompagnato l’archistar all’aeroporto,partiva per Goa, torniamo parlando random . Ed é lí il pericolo: toccare tutto lo scibile umano e poi trasferirlo sul personale. É un esercizio sconosciuto ai molti, normalissimo per me e la Prof.  Cosí,di argomento in argomento, nascono idee scoppiettanti e in quell’oretta siamo riuscite a delineare le vacanze 2017, con tre scelte di viaggi, iniziative per il paesello, rivoluzione di rapporti interpersonali. Naturalmente sono subito partite telefonate di convocazione, domani la prima riunione per organizzare, un turbillon di eventi che creiamo nella nostra testa e poi realizziamo con il contributo di tutti. Tremate, la miccia e la bomba sono tornate!