Archivi per il mese di: aprile, 2017

Mi rendo conto della differenza di atteggiamenti che si hanno, avanzando l’etá. Da giovani avevamo questo incipit al risparmio, a vivere secondo le nostre possibilitá, senza esagerazioni. Vivevo in un paese dove c’era la gara ad esibire l’ultima tecnologia, la miglior automobile, il vestito di marca, gente che faceva debiti e rate pur di poter apparire. Per cultura famigliare, non é mai stato il mio mondo. Abituata a fare i conti fino al centesimo, a mettere da parte per imprevisti e futuro , il prezzo piú alto lo ha pagato il mio primogenito. É stato l’ultimo ad avere il cellulare, tra i suoi amici, non gli ho mai comprato il Nintendo o la Play Station, le scarpe sportive solo se era necessario, e altre mancanze che a me sembrava il superfluo, per lui sono state un avvilimento nei confronti dei coetanei. Forse, invece di mandarlo in Inghilterra o in America nei mesi estivi, era meglio se lo avessi soddisfAtto in queste piccole cose. Oggi capisco e giustifico il suo rancore, anche per questo ha ragione a considerarmi una pessima madre e a non parlarmi piú: ho pensato a cosa era meglio per lui senza tenere conto dei sui desideri. Me lo sono meritato.

Ore 8, prima telefonata: – non so se prendere il piumino nero o quello blu.

– prevedono 30 gradi…io non porto niente, valigia estiva.

– non si sa mai. Poi non so per le scarpe, le magliette, i pantaloni …e quanto deve pesare..

– stai sui 20 kg, ma con la roba estiva, hai voglia…la cosa piú pesante saranno le scarpe, ma le indossi!

– porto i sandali e parto con quelle da trekking.

– e per fare cosa? Mica facciamo gli sterrati.

– comunque é meglio se vieni a farmi la valigia, ho troppi dubbi.

– nemmeno per sogno. Tu vuoi portare dietro la casa, io viaggio con l’essenziale, quindi arrangiati.

– e il costume lo porti?

– certo, e pure il vestito di Babbo Natale!

Guardo vecchi film in tv, vecchie foto di famiglia e mi chiedo: perché gli uomini non portano piú il cappello?  Non c’é foto di famiglia, anteriore agli anni 50 che non veda uomini con la lobbia o il borsalino o la paglietta estiva. Era un accessorio importante, comune, elegante, che completava sia l’abbigliamento formale che quello informale. E poi, che eleganza donava al maschio, lo rendeva piú autorevole, fascinoso, distinto. Ormai siamo abituati alla sciatteria, alle infradito e alle sopracciglia ad ali di gabbiano…non si lamentino quindi i maschi se noi donne non li prendiamo piú sul serio.

Ero avviata ad una festa un po’ triste, ma il destino é tornato a favorirmi e a farmi regali inaspettati. Innanzi tutto sono stata sepolta da regali da amiche e conoscenti, che mi hanno sorpresa piacevolmente: un piccolo presente significa che mi hanno pensata, considerata, ed é una bella gratificazione. Poi c’é chi ha esagerato, come i miei fratelli Berti, e ora ho il frigo pieno di leccornie!  La Venezia dal doppio cervello, era partita per un trekking Superga-Crea, di 4 giorni, ed eravamo d’accordo di vederci alla tappa finale per stare un po’ insieme. Per mia fortuna, dopo i primi 20 km su 100, si é rifatta viva la sua distorsione alla caviglia, bloccandola per strada. Subito da me recuperata, il trekking lo fará principalmente nella mia cucina, trascorrendo con me queste feste primaverili. Sono felicissima, con lei le comiche sono d’obbligo, unendo le nostre storditaggini. Non vedo l’ora, domani, di entrare al ristorante al suo fianco, considerato che l’unico abbigliamento che ha é il completo da canottaggio, con tanto di scritta cubitale” Armida Torino”! Faró bella figura, penseranno che sono con una VIP sportiva. Faremo lunghe chiacchierate, tante risate, renderá leggero e spensierato il tempo trascorso insieme.  Sará una Pasqua eccellente.

Nata juventina, in una famiglia bianconera, non saprei pensarmi altrimenti.  Nomi come Spinosi, Marchetti, Haller, Anastasi, Cuccureddu, Furino, erano pronunciati da papá e nonno con rispetto e devozione. La Vecchia Signora é nel mio DNA, tutto quí.  Ho sempre creduto nel suo bel calcio , nella grande regia che sta alle spalle della squadra, alle sue regole ferree ma giuste, a quel non so che di distintivo che non ha eguali. Stasera non ho visto il match, ho un pezzo di cuore morto e il restante non se la passa benissimo, quindi era meglio non rischiare. Maritino romanista é venuto ad annunciarmi il risultato, che mi rende stratosfericamente felice. E la notte sará dolcissima e corroborante.

Come Natale, anche Pasqua puó essere una faticaccia. L’incertezza del non sapere quanti saremo,cosa faremo, che tempo ci sarâ… Ho cercato di convincere i miei conviventi per un pranzo al ristorante e, apparentemente loro hanmo accettato…ma in cuor nostro, ognuno di noi non vorrebbe andarci. Maritino  nicchia perchè questi pranzi sono troppo lunghi e lui deve andare a passeggio con Rocco; l’infanta sará quí, ma con il cuore altrove, forse a Milano, forse  in Canada, non é dato sapere….; io  detesto vedere noi tre tapini festeggiare, quando nel cuore abbiamo solo tristezza e rimpianto. Fatto sta che devo ancora prenotare, cercheró un posto abbastanza vicino, dove ci sia un servizio velocissimo: levato il dente, levato il male. Per fortuna Pasquetta sará diversa, ognuno per suo conto. Io intercetteró la cugina Venezia camminatrice che si fa la Superga-Crea in 3 giorni: la recupereró alla basilica Mariana e staró con lei in attesa del treno per Torino.  Intanto sará una settimana intensa: da domani avró” ospite” il mio idraulico, che deve fare un lavoraccio all’impianto di riscaldamento. Devo poi allestire la chiesa per Pasqua, considerato che il giorno stesso festeggiano 5 anniversari di matrimonio, con rinfresco a seguire. Faró personalmente gli auguri alle amiche piú care, e solite incombenze quotidiane….domani faró mettere la cornice  al quadro della Madonna Pellegrina, cosicchè sia pronta per fine Aprile…. Insomma, verrá poi unmomento per rilassarmi? Ne dubito….

Che seratona! Con un manipolo di fedeli avventurose, ci siamo fiondate alla Casa del Popolo , lá nella bassa, dove sapevamo suonare un complesso molto in gamba.  Tutti della nostra etá, piú o meno, alcuni volti noti e altri sconosciuti, due ore di ricordi, canzoni, aneddoti, simpatia che mi hanno resa strafelice. Hanno suonato la colonna sonora della mia adolescenza, ricordando i primi lenti abbracciata ad un improbabile fudanzatino che, il giorno dopo, sul pullman, ti definiva: ” sconvolgente”! E i pianti che mi ero fatta su certe canzoni, che esprimevano lo sconforto dovuto ad una delusione sentimentale… Altre mi hanno ricordato  episodi gioiosi, di allegre compagnie, di spensieratezze come oggi non avró piú. Fantastico: come essere in una macchina del tempo. Va da sé che oggi sono senza voce, ma con dentro un’allegria contagiosa!